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PAURA SUL SECCHIA - cane e padrone strappati al fiume
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Il legame inscindibile fra cane e padrone aveva trascinato entrambi in cattive acque. Quelle del fiume Secchia, sull’argine del quale una coppia di modenesi aveva portato nella tarda serata di venerdì il proprio cagnolino per una passeggiata. Simba,un vispo esemplare di “shiba inu” di 3 anni e mezzo, si è spinto troppo ai margini del sentiero in località ponte Alto, scivolando giù per il pendio fino al greto del fiume.. Con lui c’era anche Nicky, l’altro cane della coppia, una bellissima “Alaskan Malamute” di 4 anni. Questa, a differenza del primo, è riuscita a divincolarsi dalla trappola di fango e rovi ed è riuscita, una volta risalita e guaendo senza sosta, a dare l’allarme ai padroni.

A quel punto, in soccorso del cagnolino è intervenuto subito l’uomo, il 42enne Maurizio Cavallari, che a sua volta deve essersi spinto troppo oltre il ciglio dell’argine ed è inesorabilmente caduto lungo la costa, fitta di rovi e cespugli. Impossibile per la moglie Cristina, date le condizioni, operare in aiuto del marito e del cane. Questo pareva quasi paralizzato per la paura e non accennava a reagire nemmeno se tirato per il guinzaglio. L’uomo,poi, era di fatto immerso nell’acqua del fiume fino alle ginocchia. La donna ha perciò chiamato al 113 la polizia per trarli in salvo.

Sul posto, pochi minuti dopo, sono giunti agenti della squadra volante e anche i vigili del fuoco. Per recuperare i due, che si trovavano sul greto del fiume almeno sei metri sotto il livello dell’argine, si è dovuto formare un cordone umano composto da due agenti e cinque pompieri, che faticosamente hanno riportato l’uomo e il cagnolino sulla sommità del pendio. In nessun altro modo si sarebbe potuto operare per salvare i due, dato che la vegetazione fitta negava qualsiasi appiglio e anche l’utilizzo di mezzi di soccorso.

Si è conclusa così nel migliore dei modi e anche fra i sorrisi una disavventura che avrebbe potuto portare a ben altri esiti. A quell’ora, si era oltre la mezzanotte, il sentiero percorso dai coniugi con i loro cani era infatti deserto e non si poteva fare affidamento su alcun soccorritore se non le forze dell’ordine e i vigili del fuoco.” E’ stata molto accorta la signora a chiamarci inn causa tempestivamente - fanno sapere gli agenti della squadra volante - senza avventurarsi in un tentativo individuale e disperato di salvare il marito e il cane. Chissà cosa sarebbe successo se anche lei non fosse riuscita a guadagnare la sommità dell’argine”

Paolo Grilli

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